lunedì 29 marzo 2010

No Martini?...no party...

Mi piacerebbe avere sotto mano il testo integrale dell'intervista che il cardinal Martini ha rilasciato al settimanale austriaco 'Presse am Sonntag': mi piacerebbe conoscere il tedesco a menadito per tradurla fedelmente ma, più di tutti, mi piacerebbe ascoltare con le mie orecchie dalla voce del cardinal Martini se quanto riportato dalle maggiori testate giornalistiche ( ilsole24ore , Corriere della Sera , Repubblica , rainews24) risponde a verità. In tal caso urlerei il mio sdegno.
Mi riferisco all'immediata correlazione riportata dai nostri giornali tra la questione dei preti pedofili e la possibilità di rivedere l'obbligo del celibato per i sacerdoti. Non penso ci siano molte parole da spendere, se non che del celibato dei preti se ne può parlare, perché no?
E' però assurdo pensare che l'origine (attenuante?) degli atti compiuti possa risiedere nel bisogno sessuale di alcuni preti rimasto insoddisfatto. Ed è oltretutto offensivo far passare il concetto della donna-moglie che trova il suo senso nel contenere le energie sessuali dell'uomo-prete. A questo punto rispolvererei il sano vecchio "fai da te"...
La questione è molto più ampia e penso che il cardinal Martini lo sappia bene. Si è mostrato in più occasioni una persona illuminata in grado di parlare di Cristo e del Vangelo in relazione alla realtà del nostro tempo.
Mi auguro che le dichiarazioni riportate dalla stampa suscitino il clamore necessario ad aprire un dibattito fertile e a permettere una replica degna da parte di Martini.

Già a poche ore di distanza vengono riportate dai giornali le osservazioni del cardinale tedesco Walter Kasper che, rispetto alle dichiarazioni di cui sopra, afferma che  "di sicuro il celibato non ha nulla a che vedere con gli abusi sessuali del clero sui minori" e parlarne è una "strumentalizzazione". Chiamare in causa il celibato è un vero e proprio "abuso degli abusi". Aggiunge poi che il celibato "conserva intatto il proprio senso, quindi non c'e' motivo per modificare lo stato delle cose. Né tanto meno è saggio discuterne sull'onda dei casi di pedofilia".

Sono aperte le danze.