venerdì 11 marzo 2011

Carta, penna e calamaio

E' ufficiale: le nanotecnologie sono una copertura, siamo ancora al tempo degli amanuensi.

Innumerevoli gli uffici della Pubblica Amministrazione con i quali negli ultimi anni sono entrata in contatto: dalle ASL al Tribunale dei Minorenni, dai Servizi Sociali all' INPS, dall' Anagrafe all' Agenzia delle Entrate.

Ciò che con rammarico ho constatato è che, nella nostra "epoca www" in cui il digitale la fa da padrone e i RIS di Parma dichiarano che i bastoncini di pesce che ha mangiato la vittima prima di essere uccisa erano scaduti,  io non posso inviare documentazione ad un ufficio pubblico o fissare un appunatamento con un dirigente tramite mail.
E non perché i pubblici dipendenti non siano dotati di casella di posta elettronica ma perché spesso non la utilizzano (molti addirittura dichiarano di "non avere dimestichezza" con lo strumento).

A volte penso che certi impiegati abbiano il bisogno fisico del sentir frusciare le scartoffie sulla scrivania e godano del suono sordo del timbro che, in due tempi, batte sul tappetino di inchiostro e sul documento da nobilitare.

Il massimo che si può ottenere dai pochi impiegati "d'avanguardia" è l'accettazione dell'invio di un fax. Per inviarlo, però, bisogna essere degli inguaribili ottimisti perché nessuno ci assicura che, in prossimità dello strumento ricevente, ci sia vita.
La stanza potrebbe essere utilizzata come deposito di sedie rotte o  la persona che magari per caso passa di lì potrebbe tirar via la presa dal muro in preda al panico per il sibilo a lei ignoto che lo strumeto emette.
Nella migliore delle ipotesi quel foglio inviato lo prenderà qualche impiegato dal cuore ecologico che lo riciclerà per far disegnare il proprio bambino a casa.

Per non parlare del telefono che può squillare per ore senza che nessuno risponda e, per un intuito molto personale che col tempo si acquisisce, qualcosa ti dice che qualcuno dall'altra parte c'è. Probabilmente ha solo fatto un corso di meditazione zen per riuscire ad ignorare il trillo insistente e continuare a disquisire con la collega di come sia meglio utilizzare la cipolla al posto dell' aglio per un sughetto all'arrabbiata.

Per ritirare una convocazione del Tribunale mi sono dovuta recare presso la Casa Comunale dove un signore dall' aria omerica mi ha fatto firmare in un registro di dimensioni abnormi tipo diario di San Pietro all'accettazione delle anime in Paradiso per prelevare un banalissimo foglio A4 (a questo punto mi saerei aspettata un rotolo di pergamena) in cui mi si chiedeva di presentarmi tale giorno a tale ora nell'ufficio del giudice tal dei tali.

Quando abbiamo aperto la pratica di adozione al Tribunale dei minori di Roma, tutta la documentazione doveva essere presentata in originale da ciascun coniuge e immaginate che tenerezza quando sotto i nostri occhi l'impiegata allo sportello ha riposto le scartoffie rispettivamente in una cartellina rosa e in una celeste!

Insomma, se volete capire veramente cos'è un acceleratore di particelle non serve andare al Cern di Ginevra, basta avere bisogno di un certificato medico legale da richiedere alla Asl di zona e vi assicuro che le vostre "particelle" gireranno alla velocità della luce.
Le mie ancora non accennano a rallentare.