mercoledì 17 marzo 2010

Sono nata il ventuno a primavera....

Ho letto la biografia di Alda Merini scritta dalle sue figlie, la vita della poetessa vista attraverso gli occhi di chi l'ha vissuta come madre (www.aldamerini.it). 
Mi sembra commovente che queste quattro donne abbiano voluto condividere il ricordo della loro mamma e mi sembra ancora più bello che lo abbiano fatto a distanza di alcuni mesi dalla sua morte. 
Il ricordo, come la morte, ha bisogno di sedimentare, di appoggiarsi sulla nostra anima e di farsi cullare dolcemente come una foglia sulla superficie di uno stagno. Questa mi sembra l'idea che le figlie forniscono del loro rivivere quanto è stato vissuto. Ed è doveroso ricordare che la vita di Alda Merini, e la loro di conseguenza, è stata un quadro a tinte forti, di quelli che al primo impatto ti avvolgono nell'angoscia delle esistenze estreme.

Riporto di seguito le parole delle figlie che più mi hanno parlato:
Era una scrittrice lei, già dall’età di 15 anni scriveva le sue poesie, e anche se vivevamo in una condizione di povertà e pativamo spesso la fame, nostra madre perseguiva i suoi sogni.
E poi:
E a tutti quelli che, con noi, hanno pianto la morte di nostra madre vogliamo ricordare che lei la sua vita l’ha goduta, l’ha goduta tutta…
Penso che se una persona lascia questo mondo e i suoi figli riescono a dire questo di lei, vuol dire che ha speso bene il suo tempo.


foto da Skiwalker79

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